domenica 8 luglio 2007

Terremoto

Frammenti di mattoni, pezzi di tetto, spuntoni di finestre. Questo è il panorama mentre la mia casa crolla. Ci sono, sto scappando, sto cercando una via di uscita praticabile mentre tutto in torno a me ondeggia e le cose esplodono.

Ho paura, paura fino alle ossa, scivolo su calcinacci che occupano sempre più spazio, sto scendendo quello che resta delle scale di casa, sto andando sparato verso la porta di casa.

Ho solo un momento prima che le schegge mi colpiscano gli occhi. Sto risparmiando il fiato per saltare oltre la porta.

Fatto, sono oltre e vedo il terreno che non si placa, la mia casa crolla inesorabilmente e tutto è solo polvere e cemento.

E poi silenzio.

Sono illeso, sto aspettando che il sole torni ad essere visibile.

La polizia arriva e controlla che nessuno si sia fatto male, arrivano i pompieri e l'ambulanza.

Ormai non serve più nulla, tutta la mia vita è li per terra.

I ricordi sono sparsi tra le macerie.

Mi sento senza protezione, senza luogo sicuro dove andare.

Guardo tutto quello che ho e che si trova tra le mie dita, solo una chiave.

Il silenzio regna e le macerie non ci sono più.

Ci sono solo pile di materiali da costruzione, non c'è nessuno.

Urlo, chiamo Dio perchè mi aiuti a ricostruire tutto.

L'unica cosa che capisco nel tempo che ho speso a chiedermi come farò e che se voglio ricostruire la mia casa e sperare che non crolli, la devo fare da solo.

Nessun commento: